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Dicono di me

“Siamo tutti una famiglia” è un libro amaro perché denso di cattive novelle e
scenari nebulosi che si snodano tra parole scritte come pietre annidandosi
nella mente del lettore. Ma è anche un libro positivo perché lascia spazio ai
sentimenti autentici che dovrebbero nutrire una famiglia.
Al centro della narrazione - minuziosa e incisiva - una intricata e, per certi
versi inquietante, vicenda giudiziaria che si dipana tra mille asperità
incrociando, per forza di cose, storie di vita quotidiana di una famiglia leccese
ma con il dna romano. Una famiglia come tante altre perché, al di là delle
buone intenzioni e dei buoni propositi, talvolta dentro le nostre mura
domestiche si nascondono preoccupanti buchi neri riempiti da odio e
indifferenza, falsità e pregiudizi, rancori e dissapori.
L’autore veste i panni del narratore per descrivere inganni e intrighi che
finiscono per lacerare definitivamente i rapporti familiari. Un fuoco amico dal
quale si fa fatica a schivare i colpi letali. Ma Luigi, il protagonista – suo
malgrado – di questa storia riesce a trovare la forza e la determinazione per
riemergere dal pantano allontanando timori e preoccupazioni, senza lesinare
energie fisiche e, soprattutto, psicologiche.
E’ vero, la famiglia del Mulino Bianco così come ci viene propinata dai media
non esiste. Ma è assai inquietante e disarmante scoprire infamie e tradimenti
conditi da una fragorosa ipocrisia che ben si sposa in un contesto di una città
provinciale che fa fatica a scrollarsi di dosso antiche remore e vecchie ruggini
levantine.
Ma non tutto è perso. Perché questo libro riesce ugualmente a regalare
barlumi di speranza, spiragli di amore e di passione. Emblematico è il
rapporto tra Luigi e la madre. Un vincolo inossidabile al tempo e alle miserie
quotidiane. E’ il trionfo dei sentimenti e dei valori forti. Un messaggio chiaro
che colpisce al cuore. Sta al lettore saperlo cogliere.

In "Senza pietà"  le vicende raccontate ci portano in un mondo fatto di eccessi e di valori alterati da potere e successo.

Il protagonista si racconta in quello che è stata la sua scalata in una società che si sta trasformando, e lui, lucido e spietato, riesce ad adattarsi rapidamente a quello che il nuovo mondo gli sta offrendo.

Non c'è spazio per i sentimenti o perplessità, si osserva esterrefatti al susseguirsi di avvenimenti, non si ha il tempo di provare compassione, si viene travolti dal ritmo incalzante dell'evoluzione del personaggio.

Una fotografia amara di quello che è stata la trasformazione dell'Italia negli anni '80, facendo luce su quello che saranno poi gli anni '90. 

Germana De Bortoli

Professionista nell'evoluzione del linguaggio

" Visto Con i tuoi occhi" è lo spaccato di una società che attesta l'insorgere di nuovi valori, non sempre propositivi e spesso frutto del clima di contrapposizione sociale in cui i primi anni del millennio in corso affondano le radici.  Episodi che tracciano la sensibilità dei protagonisti di fronte a quelle scelte che, inattese, creano nell'intimo incertezza tra stati d'animo contrapposti e l'eterna diatriba tra rimorso per quanto vissuto e rimpianto per quanto si sia deciso di non vivere. L'ultimo capitolo in particolare racchiude nella semplicità dell'evolversi della narrativa il senso più profondo della lotta tra bene e male, dove per essere eccezionali è sufficiente rimanere normali. Bello intrigante e soprattutto perfettamente aderente alla realtà.

Matteo Antonelli

Regista

Le nove storie di "Scrivi di me", apparentemente diverse per raccontare l’animo umano alle prese con le provocazioni della vita, con le sue innumerevoli sfaccettature, a volte violente, a volte nascoste, a volte inconsapevoli , ma unite da un unico comune denominatore : il desiderio di trasgredire quale pulsione unica ed innata che ci dà forti emozioni e che ci fa sentire unici ed onnipotenti .

Un linguaggio forbito , lineare , avvincente , che non solo ci fa riflettere sulle situazioni di vita ordinaria raccontate dal narratore che diventa esso stesso l’autore, ma soprattutto sugli aspetti più nascosti della personalità umana alle prese con quell’istinto avventuroso che, ad un certo punto dell’esistenza , ci spinge a diventare noi stessi ,ad affrontare le cose in una prospettiva votata al rischio , al desiderio di vitalità, “d’amore “ per qualcosa o per qualcuno perché la vera paura non è più quella di sfidare l’ignoto ma quella di desiderarlo.

Francesca Paticchio

Docente MIUR

Antonio Greco

Giornalista

Bio

ritratto di Fabrizio Camilli

Fabrizio Romano Camilli nasce a Roma nel 1955, dopo aver vissuto a Livorno, Milano, si trasferisce a Lecce dove inizia la sua attività imprenditoriale nel settore degli idrocarburi.

Tra il 1995 e il 2005 intraprende la carriere politica presso la regione Puglia.

Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo sotto lo pseudonimo di Faro Milli.

Dal 2021 pubblica i suoi romanzi con il suo nome, libero da vincoli e strumentalizzazioni.

In The Press
Bio
News and Events

News & Events

Presentazione e Corner Point

"Siamo Tutti una Famiglia"

presso Vizi e Vanità

in Piazza VII Aprile 64,

Leonessa.

dal  10 Ottobre 2025

Corner Point

presso la  Libreria Palmieri

in Via Salvatore Trinchese 62, Lecce

da Novembre 2024

Presentazione

"Siamo tutti una famiglia"

e "Visto con i tuoi occhi"

presso il Teatro GalleriaTartaro a Galatina, Lecce

15 Febbraio 2023

Presentazione

"Scrivi di me"

presso il Castello di Castrignano dei Greci, Lecce

Settembre 2023

Contatti

Fabrizio Camilli

www.fabriziocamilli.it

Tel:+39 327 9213810 | info@fabriziocamilli.it

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